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contact: le.due.moine@googlemail.com
ARTISTS
compagnia le due moine
La compagnia e’ nata da una lunga storia prima di tutto d’amicizia e poi di collaborazione artistica, ma soprattutto dal desiderio di raccontare e raccontarsi anni d’esperienze vissute lontano dall’Italia, dove il contatto con altre culture ci ha portato a confrontarci con la nostra terra d’origine provocando una serie infinita di domande.
Ma come raccontarsi vivendo in due paesi diversi?
Attraverso numerose lettere che ci siamo spedite per mesi, servendoci della posta elettronica, e che abbiamo chiamato flussi per sottolinearne l’aspetto inconscio e meno filtrato dei contenui, abbiamo condiviso sogni, pensieri, poesie, giochi ritmici e lamenti, domande, enigmi, ritornelli, rime, certezze, e dubbi.
Fin dal nostro primo incontro abbiamo documentato tutto, come se niente dovesse andare perduto: le nostre discussioni, le prove, le danze e le nostre prime canzoni. Un successivo lungo lavoro di trascrizione ci ha consentito di collezionare oltre un centinaio di pagine di materiale scritto unito ad audio e video.
Durante il processo creativo si e' integrato anche il desiderio di investigare la figura del cantastorie, un riferimento culturale di grande inspirazione che abbiamo immaginato di reinventare immaginandoci in-cantatrici dei nostri tempi.
Nella tradizione popolare, infatti, il cantastorie o cantore, era la figura dell’intrattenitore ambulante che si spostava di città in città raccontando storie in versi inspirate a vicende reali o immaginarie.
Purtroppo oggi in Italia e in Europa i cantastorie sono pressoché scomparsi quindi l’idea di salvare questa specie, come dir in via d’estinzione, c'e’ sembrata una sfida molto accattivante. Inoltre i cantastorie rappresentarono l’unico tramite culturale tra il popolo analfabeta e il mondo piu’colto della poesia, un ponte fra una tradizione orale, basata piu’sulla memoria, e quello che diventera’una letteratura scritta con l’avvento della stampa.
Valori legati ai dialetti regionali e ad un patrimonio culturale che lentamente, di generazione in generazione sta’ svanendo e che custodisce delle sonorita’uniche ancora parte integrante della nostra identita’sociale.
Una passione comune per la tradizione e per il teatro contemporaneo, la musica e la parola, la fisicita' ed il palcoscenico ci hanno spinto a creare questo nucleo artistico che fermenta all'interno di un panorama culturale europeo in continua trasformazione.
© le.due.moine
Ma come raccontarsi vivendo in due paesi diversi?
Attraverso numerose lettere che ci siamo spedite per mesi, servendoci della posta elettronica, e che abbiamo chiamato flussi per sottolinearne l’aspetto inconscio e meno filtrato dei contenui, abbiamo condiviso sogni, pensieri, poesie, giochi ritmici e lamenti, domande, enigmi, ritornelli, rime, certezze, e dubbi.
Fin dal nostro primo incontro abbiamo documentato tutto, come se niente dovesse andare perduto: le nostre discussioni, le prove, le danze e le nostre prime canzoni. Un successivo lungo lavoro di trascrizione ci ha consentito di collezionare oltre un centinaio di pagine di materiale scritto unito ad audio e video.
Durante il processo creativo si e' integrato anche il desiderio di investigare la figura del cantastorie, un riferimento culturale di grande inspirazione che abbiamo immaginato di reinventare immaginandoci in-cantatrici dei nostri tempi.
Nella tradizione popolare, infatti, il cantastorie o cantore, era la figura dell’intrattenitore ambulante che si spostava di città in città raccontando storie in versi inspirate a vicende reali o immaginarie.
Purtroppo oggi in Italia e in Europa i cantastorie sono pressoché scomparsi quindi l’idea di salvare questa specie, come dir in via d’estinzione, c'e’ sembrata una sfida molto accattivante. Inoltre i cantastorie rappresentarono l’unico tramite culturale tra il popolo analfabeta e il mondo piu’colto della poesia, un ponte fra una tradizione orale, basata piu’sulla memoria, e quello che diventera’una letteratura scritta con l’avvento della stampa.
Valori legati ai dialetti regionali e ad un patrimonio culturale che lentamente, di generazione in generazione sta’ svanendo e che custodisce delle sonorita’uniche ancora parte integrante della nostra identita’sociale.
Una passione comune per la tradizione e per il teatro contemporaneo, la musica e la parola, la fisicita' ed il palcoscenico ci hanno spinto a creare questo nucleo artistico che fermenta all'interno di un panorama culturale europeo in continua trasformazione.
© le.due.moine
© Drawing: Vigdis De Cauter
Le Due Moine is an artistic collaboration born out of a long-lasting friendship and the desire to tell stories, stories about all those years lived away from Italy and the turmoil that ensued when contact with other cultures created a direct confrontation with our roots, provoking an infinite series of questions.
But how can we tell our stories while living in different countries?
Through numerous correspondences over the course of months using emails and letters that we called flows, to highlight the stream of conscious, unfiltered quality of their content, we shared dreams, thoughts, poetry, rhythmic games, laments, questions, enigmas, ritornelli, rhymes, certainties, and doubts.
From our very first meeting we documented everything, our discussion, the rehearsal, the dances, and our first songs not wanting to lose a thing. During the long transcription period that followed, we collected over a hundred pages of written material, supplemented with audio and video.
During this creative process, the desire to investigate the figure of the cantastorie (a traditional Italian singing storyteller) manifested. This cultural reference became a great inspiration that we imagined we could reinvent by defining ourselves as cantatrici (enchanters) of our time.
In our popular tradition, the cantastorie was the one figure that entertained people by moving from town to town, telling/singing stories performed in rhymes inspired from real life events as well as fantasy.
The cantastorie embodies a unique link between illiterate people and the cultural world of poetry, a bridge between an oral tradition based on memory and what eventually became written literature with the advent of the printing press.
The values the cantastorie represents, combining regional dialect and oral tradition, belong to our cultural heritage. Yet, from generation to generation, this tradition is slowly vanishing, taking with it the unique sounds and flavors that are still an integral part of our social identity.
Since in Italy and throughout Europe, this type of performance has practically disappeared, rescuing the almost extinct cantastorie was very challenging. However, our common passions for traditional and contemporary theatre, music and words, and physicality and stage presence, pushed us to create this artistic nucleus that keeps growing inside a European cultural scene in constant transformation.
© le.due.moine
But how can we tell our stories while living in different countries?
Through numerous correspondences over the course of months using emails and letters that we called flows, to highlight the stream of conscious, unfiltered quality of their content, we shared dreams, thoughts, poetry, rhythmic games, laments, questions, enigmas, ritornelli, rhymes, certainties, and doubts.
From our very first meeting we documented everything, our discussion, the rehearsal, the dances, and our first songs not wanting to lose a thing. During the long transcription period that followed, we collected over a hundred pages of written material, supplemented with audio and video.
During this creative process, the desire to investigate the figure of the cantastorie (a traditional Italian singing storyteller) manifested. This cultural reference became a great inspiration that we imagined we could reinvent by defining ourselves as cantatrici (enchanters) of our time.
In our popular tradition, the cantastorie was the one figure that entertained people by moving from town to town, telling/singing stories performed in rhymes inspired from real life events as well as fantasy.
The cantastorie embodies a unique link between illiterate people and the cultural world of poetry, a bridge between an oral tradition based on memory and what eventually became written literature with the advent of the printing press.
The values the cantastorie represents, combining regional dialect and oral tradition, belong to our cultural heritage. Yet, from generation to generation, this tradition is slowly vanishing, taking with it the unique sounds and flavors that are still an integral part of our social identity.
Since in Italy and throughout Europe, this type of performance has practically disappeared, rescuing the almost extinct cantastorie was very challenging. However, our common passions for traditional and contemporary theatre, music and words, and physicality and stage presence, pushed us to create this artistic nucleus that keeps growing inside a European cultural scene in constant transformation.
© le.due.moine